Il microbiota... approfondimenti per gli "abituali consumatori" di fermenti lattici


Il corpo umano è abitato da miliardi di microrganismi, principalmente composte da batteri, che costituiscono il cosiddetto “microbiota” oppure “microbioma” (se consideriamo anche la nicchia biologica ove vivono, es. gastrointestinale, orale, vaginale, cutaneo, etc) ognuno con delle specifiche funzioni.

L’ambiente prenatale è generalmente considerato sterile e la prima colonizzazione del microbioma avviene durante il parto. L’instabilità generale del microbiota neonatale crea la cosiddetta “finestra di opportunità”, periodo fondamentale in cui le cellule immunitarie in via di maturazione incrociano i microrganismi e predispongono all’instaurarsi della tolleranza immunologica, necessaria per evitare lo sviluppo di autoimmunità.

Ci sono molti fattori che possono modificare l’equilibrio di ciascun microbioma, come il sesso, l’alimentazione, l’utilizzo di farmaci, l’igiene e altri fattori ambientali (legati anche alla localizzazione geografica), fino ai ritmi circadiani e alla variabilità stagionale.

Negli ultimi decenni è stato sempre più spesso osservato come le alterazioni del microbioma e dei suoi equilibri possano associarsi a differenti malattie (dalle infezioni enteriche a patologie meno scontante come l’ipertensione arteriosa, la steatosi epatica, malattie autoimmuni e tumori). Non sono ancora stati definiti i rapporti di causa e effetto tra stato dell’ospite e disbiosi e se le alterazioni siano secondarie o precedenti alla malattia.

MICROBIOMA INTESTINALE

E’ composto da batteri della specie bacteroides (55%), firmicutes (40%), actino-proteo-fuso-verruco-archeabacteri 5%).

Le funzioni principali sono: catabolismo di nutrienti, produzione di acidi grassi a catena corta (butirrico, propionico e acetico) (soprattutto bacteroides spp) necessari per importanti vie biochimiche come la sintesi di acidi biliari, vitamine, stabilizzazione delle giunzioni cellulari intestinali con riduzione del rischio di malattie infiammatorie intestinali.

Tra i batteri più favorevoli si ricordano i bifidobacterim e lactobacilli, oltre ai bacteroides, akkermansi spp, cristensenella spp (associati a mantenimento del normopeso)

Tra i batteri più sfavorevoli si ricordano i firmicutes (traggono energia da tutto, persino dalle fibre, sono associati ad aumento ponderale) , klebsiella, campylobacter, salmonella, clostridium, etc

Con l’età è stato dimostrato che tendono a ridursi i bifidobacteri e i lactobacilli, mentre aumentano i clostridium e i proteobacteria, più associati a stati di disbiosi.

La disbiosi intestinale è un’alterazione della composizione del microbiota intestinale associato ad un ampio ventaglio di segni e sintomi fra cui cattiva digestione, gonfiore e tensione addominale, aumentato rischio di infezioni e di micosi (candidosi intestinale), vaginiti e cistiti nella donna, ma anche nervosismo, disturbi del sonno, stanchezza, etc

Tra le principali cause della disbiosi intestinale sono i cibi contaminati da fertilizzanti, alimentazione scorretta (es. eccessi di carboidrati, cibi carnei, poche fibre), farmaci (gastroprotettori, lassativi, antibiotici, ecc) e ambiente (temperature non adeguate al periodo climatico).

Il disbiosi test (a pagamento, di discutibile utilità scientifica) consiste nella quantificazione di due metaboliti del triptofano presenti nelle urine: scatolo e l'indicano. Queste molecole, che normalmente sono presenti nelle urine dei soggetti eubiotici in tracce, risultano aumentate in caso di disbiosi rispettivamente nel colon e nel tenue. Esistono altri test come quello del rapporto lattulosio/mannitolo urinario e il dosaggio sierico della zonulina che correlano con la permeabilità intestinale.

Le disfunzioni del microbioma enterico sono spesso associate anche a malattie vere e proprie del tratto gastrointestinale come la diarrea causata da Clostridium difficile, le malattie infiammatorie croniche intestinali e persino il tumore del colon-retto. Uno dei pochi interventi in grado di eliminare l’infezione da Clostridium difficile sembra essere il trapianto fecale.

PROSPETTIVE E DEFINIZIONI

La manipolazione del microbioma, soprattutto quello intestinale, mirata al ripristino delle sue condizioni fisiologiche ha rivelato un discreto potenziale nella riduzione dell’incidenza o gravità di alcune malattie.

La sfida consiste ora nel tradurre le nuove conoscenze in applicazioni terapeutiche che abbiano dimostrazioni di efficacia e di sicurezza. Non bisogna infatti dimenticare che molte delle applicazioni oggi proposte lo sono più sulla base dell’esperienza che delle sperimentazioni cliniche e in alcuni casi per la spinta commerciale da parte delle aziende produttrici.

Nonostante la vendita di questi prodotti non sia sempre supportata da prove di efficacia valide e affidabili, il loro impiego  vanta un numero di consumatori sempre maggiore in tutto il mondo.

L'assunzione risulta ben tollerata dalla maggior parte delle persone pur tuttavia esistono dei rischi, estremamente rari, legati al potenziale trasferimento dei batteri nel circolo sanguigno, dove potrebbero causare un’infezione sistemica in pazienti fragili; alla stimolazione aberrante del sistema immunitario; alla presenza di attività metaboliche indesiderate nell’ospite, come la produzione di D-lattato e potenziale conseguente acidosi lattica nei pazienti fragili. Per quanto riguarda gli effetti avversi lievi, negli studi clinici sono stati evidenziati disturbi gastrointestinali come nausea, diarrea, gonfiore e flatulenza. In ogni caso per la scelta più adatta è consigliabile consultarsi con il medico e non prolungare l'assunzione oltre il mese di terapia.

Probiotici
Sono quei “prodotti contenenti organismi viventi che, quando somministrati in quantità adeguate, conferiscono all’ospite un beneficio per la salute”. I probiotici più comunemente utilizzati e in vendita sono batteri appartenenti a Firmicutes (Lactobacillus, Bacillus, Streptococcus) e Actinobacteria (Bifidobacterium), in maggior parte produttori di acido lattico, o lieviti come il Saccharomyces cerevisiae

Fermenti lattici
Sono ceppi batterici (principalmente Lactobacillus, Enterococcus e Streptococcus) e lieviti selezionati in grado di metabolizzare il lattosio e che svolgono processi benefici per l’uomo. L’uso in concomitanza con la somministrazione di antibiotici e prassi frequente nella popolazione e anche un consiglio spesso dato dai medici. L’efficacia in questa circostanza e in realta ancora discussa e le prove a supporto sono scarse.

Prebiotici
Rappresentano un substrato che viene utilizzato selettivamente dai microrganismi dell’ospite conferendo a esso un beneficio.

Simbiotici
Rappresentano una miscela comprendente microrganismi vivi e substrati utilizzati selettivamente
dai microrganismi dell’ospite che conferisce un beneficio alla salute.



Dott Maurizio Cringoli


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