I rischi di una riforma molto pericolosa



Questo post per rendervi partecipi di quanto si sta architettando a livello politico e quanto purtroppo rischia di realizzarsi. Dopo la crisi sanitaria esplicatasi con l’avvento della pandemia, la politica si è sbilanciata a volere mettere mano sull’organizzazione della medicina territoriale, in particolare il nuovo PNRR vorrebbe fare sparire gli studi dei medici di famiglia, diffusi capillarmente nel territorio, a favore di “case di comunità centralizzate” (una ogni 50.000 abitanti) capaci di erogare servizi ambulatoriali multidisciplinari, per un totale nella città di Milano di 15 Case di comunità. 
Nella nostra realtà verosimilmente si creerà una casa per il distretto Segrate-Vimodrone, locata più probabilmente a Segrate e che ospiterà tutti i medici di famiglia del distretto. L’altro punto su cui il PNRR focalizza l’attenzione è quello di rendere il medico di famiglia, storicamente libero professionista, un dipendente del servizio sanitario nazionale, come succede per altre figure sanitarie.

Le conseguenze di tale riforma, se andasse in porto, sono svariate: sicuramente la nascita di centri della salute efficienti in cui infermieri e medici potranno offrire 12 ore die assistenza continua, secondo un lavoro a turni, molto simile agli ospedalieri; sicuramente un maggior controllo da parte delle istituzioni sulla spesa sanitaria (che non significa necessariamente risparmio) a costo quasi certamente della perdita del rapporto fiduciario medico paziente, oltre dell’autonomia organizzativa del medico di medicina generale, capisaldi su cui si fondava il vecchio accordo nazionale. Ogni paziente quindi non avrà più un medico di fiducia ma una “casa della salute” cui fare riferimento in cui potrà trovare uno piuttosto che un altro medico a seconda del turno lavorativo assegnatogli; ci sarà probabilmente un numero verde cui fare riferimento e non il cellulare del proprio medico, e soprattutto ci si dovrà spostare da un paese all’altro per recarsi a tale centro sanitario. Questo è quanto i nostri politici hanno scaturito dopo quasi due anni di pandemia, per fare fronte alla crisi sanitaria che c’è stata, ignorando, anzi buttando fango su quanto noi medici di famiglia abbiamo fatto per i nostri pazienti durante tale periodo. 

Io, come moltissimi colleghi, sono assolutamente contro tale riforma che appare assurda e totalmente controcorrente alle esigenze di cui il territorio ha bisogno. Centralizzare anziché distribuire capillarmente le risorse, uniformare anziché personalizzare le cure, tutto basato solo sul controllo della nostra categoria e della spesa. Tralasciando ovviamente come tale riforma sarebbe totalmente anti-costituzionale verso quei professionisti, come il sottoscritto, che hanno investito risorse economiche per il proprio studio e organizzazione e fatto scelte di vita per un tipo di professione che si basasse su un rapporto medico paziente costruito sulla fiducia e il rispetto reciproco. Che la medicina generale abbia bisogno di essere riformata e potenziata, è indubbio… sicuramente con il potenziamento di personale infermieristico, telemedicina e supporto specialistico che possa aiutare per la domiciliarità e le cure territoriali… ma che questo sia il modo… è veramente deludente. Chiedo a voi se tale disegno politico soddisfi le vostre aspettative, se siete d’accordo a tale assurda riforma che rischia di realizzarsi se tutti tacciamo e abbassiamo la testa.

Il vostro medico
DOtt. M. Cringoli

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