Nonostante l’aumento dei contagi per infezione da Covid 19, ormai riecheggiato quotidianamente dai mass media, i dati attestano che, con la progressione della campagna vaccinale anti-covid, la mortalità per Covid-19 è in calo e che in terapia intensiva vi entrano prevalentemente persone non vaccinate. Ormai sono dati abbastanza sicuri.
Il fatto che i contagi aumentino dipende da molteplici motivi: la diffusione delle varianti (la variante Delta ricordiamo è molto più contagiosa rispetto ceppo originario del virus ma ancora responsiva agli attuali vaccini), il fatto che i vaccini attualmente disponibili non danno immunità mucosale, il punto di ingresso del virus, ma solo parenterale (riducendo quindi le complicanze sistemiche, più gravi, ma senza prevenire il contagio – da qui la necessità di proseguire a indossare le mascherine), e solo in misura minore dall’allentamento delle misure di contenimento.
E’ quindi necessario andare avanti a vaccinare il più possibile, anche ragazzi giovani, e quella quota, circa 2 milioni circa di over 50, che per diversi motivi non si sono vaccinati. Al tempo stesso, visto che i primi, personale ospedaliero e anziani, sono stati vaccinati fra gennaio e marzo, e visto il decremento dell'immunità in 9-12 mesi, occorrerà iniziare i richiami con una terza dose (o seconda per alcune categorie di soggetti). Ancora incerto quale vaccino sarà utilizzato sulla base delle varianti più aggressive; si tratterà forse di un vaccino ex novo? Si ricorda che recentemente è stato approvato Novovax dall’EMA, un vaccino proteico, forse in grado di agire anche a livello mucosale?). Ancora non si sa nulla di certo a riguardo.
Altro punto su cui vorrei porre attenzione è ribadire la sicurezza, oltre che l’efficacia, dei vaccini attualmente disponibili. Gli effetti collaterali gravi descritti finora (trombosi, miocarditi, perdita capillare, etc) sono rari e non superiori ad altri farmaci molto più comunemente assunti (anche da banco) per i quali analoghi effetti collaterali sono descritti nel foglio illustrativo.
Nella fattispecie il rischio di effetti collaterali anche gravi è sostanzialmente minore rispetto le complicanze gravi infezione da covid-19. Nella figura sotto (tratta dallo studio osservazione pubblicato sul NEJM lo scorso agosto 2021) è mostrato il confronto a 42 giorni tra il vaccino Pfizer/Cominarty e l’infezione da SARS-COv2.
Gli effetti collaterali (non gravi) che risultano maggiori nel gruppo vaccinato rispetto i pazienti con infezione da Covid sono stati la linfoadenopatia e l'eruzione da herpes zoster. Molto maggiori invece il rischio di insufficienza renale, aritmie, miocarditi e tromboembolismo venoso nel gruppo con infezione da SARS-COV2 che non nel gruppo vaccinali. Risultati analoghi per altri vaccini disponibili (anche se non riportati qui i dati), compreso Astrazeneca nelle fasce di età per le quali è stato studiato.
Questi dati, oltre il il fatto che vaccinarsi rappresenta un dovere morale e civile, insieme al mantenimento delle norme anti covid e atteggiamenti reponsabili, sono i capisaldi che dobbiamo tenere a mente nella lotta contro la pandemia.
Alla luce di tutto questo è importante ricordare le vere e uniche controindicazioni al vaccino che possono condurre al rilascio di eventuali "certificati di esenzione permanente o temporaneo alla vaccinazione anti-COVID-19" come disciplinato dal Ministero della Salute (circolare n. 35309 del 4 agosto 2021 e con la successiva n. 35444 del 5 agosto 2021).
Si specifica che, salvo ulteriori disposizioni, al momento le certificazioni possono essere rilasciate gratuitamente solo dai CENTRI VACCINALI O DAI MEDICI VACCINATORI CHE ABBIANO LE CREDENZIALI PER INSERIRE I DATI NEI SISTEMI Regionali/Nazionali (non dal sottoscritto).
SI specifica altresì che non sono soggetti ad esenzione le seguenti categorie:
- Paziente di recente affetto da infezione da SARS-CoV-2 laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal primo tampone positivo.
- Paziente con malattia di COVID-19 recente che abbia ricevuto terapia con anticorpi monoclonali laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal trattamento.
- Soggetto in quarantena per contatto stretto fino al termine del periodo di isolamento.
- Soggetto con sintomi sospetti di COVID-19 fino al risultato del tampone
- Paziente con malattia acuta severa non differibile
Le vere controindicazioni ai vaccini sono specifiche per vaccino e NON escludono la possibilità di vaccinarsi con altri vaccini disponibili; ne sono esempio:
- Allergia al polietilene-glicole-2000 o PEG (comunemente presenti in farmaci, prodotti per la casa e cosmetici) contenuto nel vaccino Comirnaty- (Pfizer-Biontech)
- Allergia alla trometamina (componente di mezzi di contrasto radiografico e di alcuni farmaci somministrabili per via orale e parenterale) contenuta nel vaccino Spikevax (Moderna)
- Allergia a polisorbato contenuto nei vaccini COVID-19 a vettore virale Vaxzevria (AstraZeneca) e Janssen (Johnson&Johnson) e contenuto in molti farmaci inclusi vaccini e anticorpi monoclonali
- Pregressa sindrome trombotica trombocitopenica associata a vaccinazione con Vaxzevria
- Pregressa sindrome da perdita capillare con Vaxzevria o Janssen
- Recente sindrome di Guillaine Barrè (entro le 6 settimane precedente) per vaccini Vaxzevria e Janssen
- Recente mio-pericardite conseguente a vaccino a RNA (Pfizer o Moderna)
Le false controindicazioni sono ad esempio le seguenti:
- GRAVIDANZA, anzi ne rappresenta un’indicazione. In casi MOLTO SELEZIONATI, qualora, dopo valutazione dei rischi e benefici da parte di specialista ginecologo, si decida di rimandare la vaccinazione, alla donna in gravidanza potrà essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione.
- Allattamento
- Pregressa paralisi di Bell
- Note malattie autoimmuni
- Pazienti immunocompromessi e gli oncologici in corso di radiochemioterapia non presentano controindicazione (non stiamo parlando di vaccini vivi attenuati)
- Allergie alimentari o animali o farmaci non contenenti i suddetti principi attivi
- Trombofilie in generale (se non per vaccini a vettore virale) e sempre dopo valutazione dei rischi benefici da parte del medico
Si ricorda in ultimo che l’esecuzione di test sierologici che rilevano la risposta anticorpale nei confronti del virus non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale non rappresentando al momento alternativa al completamento del ciclo vaccinale e la presenza di un test positivo per anticorpi anti- SARS-CoV 2 non è una controindicazione alla vaccinazione.
Dott. M. Cringoli
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