Vaccinazione Astrazeneca e rischio trombotico


Nell’ultima settimana diversi stati europei, Italia compresa, hanno temporaneamente sospeso in via precauzionale la somministrazione del vaccino Astrazeneca per chiarire alcuni aspetti relativi al sospetto rischio trombotico venoso correlate al vaccino. Il sospetto era sorto dall’osservazione di rarissimi casi di trombosi venose associate a trombocitopenia (quello che in gergo medico viene chiamata porpora trombotica trombocitopenica o microangiopatia trombotica, fenomeno noto anche per molti altri farmaci di uso comune).



In data 18 marzo 2021 l’EMA, l'ente europeo che regola l'immissione in commercio dei farmaco, ha ribadito a più riprese che il "numero di eventi tromboembolici complessivi nelle persone vaccinate non sembra essere superiore a quello osservato nella popolazione generale". Anche la Società Italiana per lo Studio Emostasi e Trombosi (SISET) ha ribadito che al momento non è possibile stabilire se ci sia stato un nesso di causalità tra la vaccinazione e gli eventi trombotici o se gli eventi siano avvenuti solo per coincidenza. Non solo, negli studi registrativi con stretta sorveglianza degli eventi avversi non è stato segnalato alcun aumento del rischio di trombosi. Da qui la ripresa della vaccinazione di massa.

Secondo la SISET, dal momento che le forme importanti di Covid-19 sono associate ad un significativo aumento del rischio trombotico, gli esperti ritengono che con i dati attualmente disponibili i benefici della vaccinazione superino nettamente i potenziali rischi e raccomanda la vaccinazione a tutti i soggetti, compresi i pazienti con storia pregressa di complicanze trombotiche e i soggetti portatori di anomalie della coagulazione di tipo trombofilico. Analogamente non vi è nessuna controindicazione in chi assume farmaci estroprogestinici o terapia ormonale sostitutiva. 

Quanto alla popolazione generale, quella a cui maggiormente è stata somministrata la vaccinazione AstraZeneca (insegnanti, forze dell'ordine ecc...) è sconsigliato, perché non basato su nessuna evidenza, l’impiego di farmaci antitrombotici in occasione o dopo la vaccinazione, a meno che non siano già assunti per una prescrizione medica precedente. Non solo, effettuare in assenza di sintomatologia esami di laboratorio o strumentali tesi a monitorare un supposto rischio trombotico non ha motivazione.

Sintomi evocativi di tromboembolismo quali edema o dolore agli arti, dolore toracico, difficoltà respiratoria, cefalea persistente, ma anche comparsa di ecchimosi (ematomi / petecchie) o sintomi neurologici vanno immediatamente riferiti al medico e attentamente valutati, indipendentemente dalla pratica vaccinale.

Dott. M. Cringoli

BIbliografia
http://www.siset.org/index.php option=com_acymailing&ctrl=archive&task=view&mailid=286&key=BlHoDIap&subid=96-nGtGRWa6jgVPWD&tmpl=component

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